La mia Top 5 del 2018 (Serie Tv)


Devo dire che con questa categoria la scelta è stata molto meno ardua delle precedenti... Ho visto un sacco di serie iniziate bene ma lasciate andare a metà stagione, alcune davvero troppo trash ma altrettanto piacevoli e, con molte sorprese, temo che qualcuna di queste sia dovuta rimanere fuori da questa cerchia ristretta...


5. Atlanta

         I do not own any of these images.
Un interessante scoperta estiva, una visione del tutto fuori dalle mie corde, eppure mi ha convinto proprio per questo. Un po' comedy un po' drama, è sempre in bilico fra il troppo e il troppo poco. Poco più che venti minuti a puntate rendono la visione piacevole la dove alcuni momenti sarebbero diventati pesanti. Un protagonista interessante con un vita decisamente diversa da quelle che siamo abituati a vedere. Un'uomo della periferia di Atlanta, un padre, un compagno (più o meno), un figlio, un cugino. Un'uomo che cerca di mandare avanti la sua vita fra un lavoro non proprio legale e l'altro. Finisce col tentare di far da manager al cugino un po' rapper un po' spacciatore per pagare le bollette ed uscire da quel blocco di incertezza e di insicurezza economica.
Un cast apprezzato con Donald Glover che mi ha incanto sia come attore che come regista. 


4. Patrick Melrose



È complicato parlare di questa mini serie dai temi forti. Una famiglia disastrosa, anzi neanche una famiglia, due persone tremende ed un bambino a doverci fare i conti. Un bambino che ha portato i segni della crudeltà, della succumbanza per tutta la vita. Un’uomo con problemi di droga, di alcol, di stabilità. Vedremo un percorso di vita, una prova dopo l’altra, una sfida con la società e con se stessi. Ma sarà anche un percorso per cercare di lasciare andare il passato, smettere di odiare quelle sue persone che avrebbero dovuto prendersi cura di te, per riuscire finalmente a respirare. Decisamente una serie inglese, dai toni irriverenti e taglienti. L’ambientazione alternata NY, Londra e la Provenza francese è decisamente d’impatto. L’interpretazione di Benedict Cumberbatch è assolutamente una delle migliori degli ultimi anni. 


3. Lost in Space



Una ventata di aria fresca nella mia primavera, questa serie sembrava il contrario di quello che si è 
dimostrata il realtà. Una produzione eccezionale, una visione spettacolare. Effetti visivi 
impressionanti ma delicati, ambientazioni da favola, scenari ampi in contrasto con altri quasi soffocanti. Una storia di famiglia nonostante, quello che può sembrare. Una famiglia che si è 
ritrovata di nuovo unità dopo un'evento inaspettato, unità in un'esperienza decisamente fuori dal 
mondo. Primi esploratori di un mondo nuovo, capitati li dopo un'incidente sulla nave madre. Finiscono per riallacciare ogni rapporto fra un pericolo mortale e l'altro. Un'alieno che sembra un robot instaura un rapporto di fiducia con il piccolo della famiglia dopo essersi salvati la vita a vicenda. Fra vecchie conoscenze e nuovi volti il cast è un'accozzaglia perfetta, personaggi dai caratteri forti eppure nessuno si sovrappone all'altro. Una regia che lascia senza fiato da quanto è semplice ma del tutto convincente. Attendiamo con ansia il seguito dopo un finale al cardiopalma. 


2. Legion (prima stagione)



Tutto mi aspettavo tranne questo. Una serie cosi eclettica che ha battuto persino me. La prima puntata sembra uscita direttamente dalla mente di Wes Anderson. Abituata come sono agli X-Men questi personaggi mi hanno interessato proprio per la loro diversità. E per quanto io sia cresciuta con Logan, devo ammettere che ogni carattere di Legion è stato strepitoso. Cosi come gli attori che gli hanno dato vita. Ambientazione strana, anni ‘70 che proprio originali non sono, colonna sonora classica ed entusiasmante. Sceneggiatura a dir poco eccelsa. Una storia così complessa che ha mandato anche me fuori di testa. Ogni inquadratura un opera d’arte. Forse si è persa in troppi dettagli, nella sua complessità ma è riuscita comunque nel suo intendo di lasciare il segno. 


1. Sharp Objects



Che questo sia il mio genere è appurato, che questa sia la migliore serie dell’anno pure. O almeno una delle migliori. Che Amy Adams si meriti un premio anche. Che Eliza Scanlen sia una scoperta interessante, lo stesso. Il suo personaggio è stato a dir poco inquietante per tutte le otto puntate. 
Amy Adams ha decisamente talento, ma questo si sapeva già con Animali Notturni e anche da prima no? Porta sul piccolo schermo una protagonista ferita, stanca, delusa, arrabbiata. La porta in vita con tutta se stessa, questa donna che più concreta e reale da far male, regalandoci una delle sue migliori interpretazione. Basata sull'omonimo romanzo, questa miniserie varia fra problemi adolescenziali, drammi familiari e omicidi in un piccolo paese dimenticato da molti e rimasto fermo alle apparenze. La storia conquista dal primo instante, e come a voler dimostrare, l'intrigo che è scaturito dalla mano della Flynn è più profondo ed oscuro di quanto si possa immaginare. Ma quello che più risalta, episodio dopo episodio è la grinta della protagonista, capace nonostante tutto, di resistere, di andare avanti, di guarire. 
Una serie strepitosa, che riguarderei ad oltranza. Una regia di quelle eccelse, che ti rendono partecipe delle reali emozioni, dei suo personaggi. Che vince, mostrando passato e presente con due toni differenti ma sempre collegati. Usando toni caldi, quasi asfissianti, immergendoti nella calura estiva, che insinua spettri, paure, sofferenze e speranze. Con immagini idilliache di un'America rurale ancora presente, e che vince aggiungendo una colonna sonora che ne entra a far parte, ad arricchire con i Led Zeppelin ed altri classici. Una degna nota anche per la controparte adolescenziale di Amy Adams, Sophia Lillis, che in poche scene, ha mostrato tutto il doloroso passato di Camille.


xoxo -J

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